Naja 2.0? L’annuncio al raduno degli alpini

“È la storia di uno, di uno regolare che poi l’hanno mandato a fare il militare”.
Molti di voi ricorderanno questa vecchia canzone di Jovanotti che negli anni ’90 ebbe un discreto successo grazie alla serie televisiva Classe di Ferro.
In quegli anni il servizio militare di leva (la naja per intenderci) era ancora obbligatorio e già all’epoca c’erano favorevoli e contrari.
L’obbligatorietà del servizio militare di leva è ordinariamente inattiva dal 1º gennaio 2005, come stabilito dalla legge Martino e nonostante possa sembrare un capitolo oramai chiuso definitivamente, le recenti dichiarazioni di alcuni esponenti del Governo Italiano sembrerebbero non sposare del tutto questa tesi.

94° raduno nazionale degli alpini

Nella seconda domenica di maggio, Udine ha accolto il 94° raduno nazionale degli alpini, il più antico corpo di montagna al mondo. Nonostante l’Associazione Nazionale Alpini conti più di 320.000 soci iscritti e centinaia di migliaia di persone abbiano partecipato alla sfilata nella città più importante del Friuli Venezia Giulia, l’adunata ha evidenziato un problema fondamentale: la mancanza di un ricambio generazionale a causa del crescente disinteresse dei giovani per i corpi militari, incluso quello degli alpini.

Giorgia Meloni

Non a caso, durante l’evento, la premier Giorgia Meloni ha sottolineato che “oggi è la festa della mamma, ma noi abbiamo sempre un’altra mamma, che è la patria. Senza questi legami, non c’è niente che possiamo fare e l’amore per la patria deve essere la leva per risollevare il Paese”.

Anche lo slogan di quest’anno, “Alpini, la più bella famiglia”, ha rafforzato le dichiarazioni della premier.

“Se la patria è la seconda madre, gli alpini sono la nostra seconda famiglia”, ha affermato la presidente del Consiglio, aggiungendo che “il ritorno di una forma di servizio di leva può essere affrontato come un’opzione volontaria, in alternativa al servizio civile. Questo, secondo me, è l’approccio corretto”.

Ignazio La Russa

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha appoggiato pienamente questa proposta. “Non è possibile avere un addestramento militare completo in tre settimane, ma se lo estendiamo a 40 giorni, che era il tempo con cui una volta il Corpo di Reclute preparava le basi di addestramento dei militari, allora 40 giorni potrebbero diventare una legge che consente a chi lo desidera di partecipare volontariamente alla vita delle forze armate”, ha dichiarato La Russa mentre gli alpini sfilavano.

Il Presidente La Russa ha poi menzionato un disegno di legge che aveva fatto approvare quando era ministro della Difesa, il quale prevedeva il coinvolgimento dei giovani al termine degli studi superiori. La Russa ha poi assicurato che dei “colleghi del Senato” stanno attualmente preparando un nuovo disegno di legge per rispondere alle richieste di rinnovo degli alpini.

L’obiettivo, secondo La Russa, è “rafforzare anche le associazioni militari, che senza la leva stanno inevitabilmente invecchiando fino all’estinzione, e contemporaneamente consentire a molti giovani che lo desiderano di far parte delle forze armate, di esprimere il loro desiderio di onorare la patria con un servizio, almeno per un breve periodo di tempo, su base volontaria”.

Guido Crosetto

Questa tesi è stata sposata e confermata anche dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, anch’egli alpino, che ha sfilato insieme al presidente dell’Associazione Nazionale Alpini, Sebastiano Favero. “Da sempre sono favorevole a una riserva di giovani su base volontaria, preparati per poi scegliere tra la vita civile e il servizio militare. Presto il Parlamento ne discuterà”, ha dichiarato.